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Tommaso, la vita raffreddata per rinascere: il miracolo silenzioso del Bambino Gesù

 

Quando un neonato smette di respirare, il tempo si ferma. Ma a Roma, dentro la TIN del Bambino Gesù, c'è chi trasforma il silenzio in futuro.

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Ci sono storie che non hanno fatto rumore, ma, quando le hai ascoltate, ti hanno cambiato. Non sono serviti effetti speciali, solo una voce, un battito, un bambino che ce l’ha fatta. E qualcuno che, nel momento più fragile, ha creduto nella scienza e nella speranza. Dopo la storia di Gennaro, oggi è la storia di Tommaso. E di chi ha scelto di non lasciarlo indietro.

Ogni giorno è una storia, ma alcune sono sembrate scritte dalla mano di un angelo con inchiostro umano. Quella che abbiamo raccontato nell’ultima puntata del nostro programma su Talk City Web Radio è stata una di queste. Non una fiaba. Una verità. Cruda, potente, e per questo indimenticabile. Una storia che è nata tra i respiri mancati, ma che oggi ha corso su due gambe forti e un cuore pieno di gioia.

Se vi siete persi le puntate precedenti di Ogni giorno è una storia, potete recuperarle sul canale YouTube ufficiale di Talk City.

L’inizio: quel silenzio che ha fatto più paura di un urlo: Tommaso è nato nel 2016, in gravissima sofferenza neonatale. Malgrado sia venuto alla luce in un ospedale di terzo livello, è stato trasferito subito alla TIN – Terapia Intensiva Neonatale – dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma affinché venisse sottoposto ad un trattamento allora ancora sperimentale: l’ipotermia terapeutica o baby cooling.

 A dare il consenso, con coraggio e solitudine, è stato il padre, Raimondo Chiacchiera.

“Quando Tommaso è nato, non ha pianto. Non respirava. Era come se il tempo si fosse fermato in sala parto. Mi ricordo solo il suono delle macchine e lo sguardo spaventato di mia moglie,” ha raccontato Raimondo, con una voce che si è fatta crepa e dignità.

Ad accoglierlo al Bambino Gesù è stata la dottoressa Imma Savarese, pediatra e neonatologa, con uno sguardo fermo e due mani esperte. 

“Abbassare la temperatura corporea del neonato a 33,5°C entro le prime sei ore dalla nascita, permette di proteggere il cervello dai danni creati dall'asfissia. È stata una corsa contro il tempo. È servito sangue freddo e cuore caldo,” ha spiegato la dottoressa con un’empatia che non si studia sui libri.

Il freddo che ha salvato: Il trattamento è durato 72 ore. Il piccolo corpo di Tommaso è stato raffreddato e monitorato senza sosta. Il metabolismo si è rallentato, il cervello è stato messo “a riposo”, gli organi vitali si sono stabilizzati.

“Ogni ora è stata un mondo. Ci domandavamo: ce la farà? Ogni respiro è stato un regalo,” ha confessato Raimondo. “Poi, un giorno, ha mosso una manina. E ho capito che qualcosa stava cambiando.”

Tommaso è rimasto un mese nella TIN. Poi, piano piano, è tornato alla luce. Non solo è sopravvissuto: ha cominciato a crescere, imparare, camminare, correre. Oggi è uno di quei bambini che sembrano nati per vivere, per giocare, per rincorrere la vita.

“Tommaso oggi è un bambino normale. Sportivo, vivace. Ma per noi è tutto tranne che normale: è un miracolo silenzioso,” ha detto il papà, con un sorriso che gli ha acceso gli occhi.

Dalla sperimentazione alla cura standard: nel 2016, il baby cooling era una terapia sperimentale. Oggi è una terapia riconosciuta, salvavita ed in continua evoluzione,” ha spiegato la dottoressa Savarese. “In alcuni casi, la affianchiamo ad altre strategie neuroprotettive come la melatonina, per migliorarne ulteriormente l’efficacia.”

Ma non è ancora una cura per tutti: “Non è indicata per neonati con gravi anomalie congenite. La ricerca non ha ancora offerto certezze sufficienti. Ma stiamo lavorando per ampliare i confini della cura.”

Il Bambino Gesù: dove la medicina abbraccia la vita: La Terapia Intensiva Neonatale del Bambino Gesù non è solo un reparto. È un mondo. Un luogo dove tecnologia e umanità convivono. Dove ogni battito viene ascoltato come fosse musica.

“Non ci siamo limitati a salvare Tommaso. Lo abbiamo accompagnato anche dopo la dimissione, con controlli neurologici seriati per valutare le tappe dello sviluppo psicomotorio” ha detto la dottoressa.

Questo è il senso del nostro lavoro: costruire futuro. Il supporto non si è concluso con la dimissione. È proseguito negli anni. E se sono emerse difficoltà, è stato fondamentale intervenire subito. La dottoressa Savarese ha ribadito che: 

“È fondamentale agire immediatamente se ci sono ritardi nello sviluppo.”

Una famiglia che ha ricominciato a vivere: La nascita: del secondo figlio di Raimondo e di sua moglie è stata una rinascita.

“Abbiamo deciso di avere un altro figlio perché ci siamo fidati della scienza. E perché sapevamo che Tommaso avrebbe avuto bisogno di un alleato, di un compagno di viaggio.”

Non è stata rimozione. È stata trasformazione. Dal trauma, una nuova pelle. Dalla paura, un nuovo respiro.

Una sanità che merita di essere vista: Nel corso della puntata, si è parlato anche di Roma, dell’Italia e di quanto spesso dimentichiamo quello che abbiamo.

“Viviamo in un Paese che ha investito – e continua a farlo – nella sanità pediatrica. Non abbastanza, certo. Ma lo fa. E tante famiglie da tutta Italia vengono a Roma per curare i propri figli,” ha sottolineato Raimondo.

“Molte famiglie si trasferiscono, vivono mesi in ospedale, lontani da casa. Hanno bisogno di tutto: alloggio, aiuti economici, umanità. Le donazioni, anche piccole, fanno la differenza,” ha aggiunto la dottoressa.

Dona Ora: https://bambinogesu.donaora.it/

E l’invito è stato chiaro: visitate il Bambino Gesù. Parlate con chi ci lavora. Solo così potrete capire davvero cosa significhi cura.

Quando la scienza ha cambiato il destino: La puntata si è chiusa con una riflessione:

“Non dobbiamo più pensare alla nascita come a un momento scontato. In certi casi è un dramma. Ma la scienza può trasformarlo in rinascita. Non c'è magia, c'è lavoro. C’è studio. C’è amore.”

E un appello finale: “Se hai vissuto qualcosa di simile, se hai avuto paura, se hai sperato, scrivici. Ogni giorno è una storia. E la prossima potrebbe essere la tua.”

Ascolta la puntata integrale su YouTube: Clicca qui (https://www.youtube.com/live/pSkqsbmrh3U?si=spl2n--ZmtNIlFmw)

Tommaso, la storia che ci riguarda tutti: Quella di Tommaso non è solo la storia di un bambino. È la storia di una possibilità. Di un mondo dove la medicina ha salvato, ma lo ha fatto con il cuore. Di un ospedale che non ha solo guarito, ma ha accompagnato. Di una neonatologa che non ha dimenticato volti né nomi. Di un padre che oggi ha potuto raccontare, perché qualcuno – sette anni fa – ha scelto di non mollare.

“Ogni giorno è una storia,” diciamo alla radio. Ma alcune storie, come questa, sono diventate patrimonio collettivo. Ci hanno ricordato che la scienza non è fredda, quando è al servizio della vita.

E che non dobbiamo dare mai nulla per scontato. Nemmeno un respiro.

 

 

 

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